6 falsi miti sulle letture dei Tarocchi che è ora di lasciar andare

6 falsi miti sulle letture dei Tarocchi che è ora di lasciar andare

6 falsi miti sulle letture dei Tarocchi che è ora di lasciar andare

Nel mondo della cartomanzia o tarologia circolano ancora molte credenze errate o limitanti, tramandate nel tempo come regole assolute ma spesso prive di fondamento. I Tarocchi sono uno strumento simbolico, potente e spirituale, che si basa sull’intuizione, sull’esperienza, sul rispetto e soprattutto sulla canalizzazione. Per questo oggi vogliamo sciogliere 6 falsi miti che rischiano di bloccare chi desidera avvicinarsi a questo linguaggio dell’anima.

1. “Il primo mazzo deve essere ricevuto in dono”

Un’idea romantica, certo. Ma non una regola scolpita nel marmo. In realtà, il mazzo di Tarocchi è uno strumento che deve entrare in sintonia con la persona che lo usa. I Tarocchi parlano un linguaggio sottile e intimo, e scegliere il mazzo in base alla propria sensibilità visiva, simbolica ed energetica è fondamentale. Se ti piace l’idea di riceverlo in dono, chiedi espressamente quale mazzo desideri. Ma non attendere che sia il destino o un’altra persona a scegliere per te.

qui trovi i nostri mazzi, clicca qui

2. “Gli altri non devono toccare le mie carte”

Molti cartomanti sviluppano un rapporto molto personale con il proprio mazzo e preferiscono non farlo maneggiare ad altri. Questo nasce più da una connessione affettiva ed energetica che da una vera necessità esoterica. È vero: se una persona è ostile, scettica o sarcastica nei confronti dei Tarocchi, è meglio evitare che li tocchi. Ma se si tratta di qualcuno che condivide interesse e rispetto per la pratica, non c’è motivo di impedirglielo. Le carte possono essere purificate e sono più resistenti di quanto si pensi.

3. “Non si possono leggere i Tarocchi per sé stessi”

Questa idea nasce dal timore che l’interpretazione venga influenzata dai propri desideri o paure. E in parte può essere vero, soprattutto se si è agli inizi. Ma un cartomante esperto o chi vuole esserlo DEVE guardarsi dentro con onestà, può ottenere letture profonde e illuminanti proprio su sé stesso. I Tarocchi, in questi casi, diventano un vero strumento di introspezione e trasformazione.

se vuoi una lettura puoi consultarci cliccando qui

4. “Ci sono giorni in cui è vietato leggere le carte”

Domenica, giorni con la “R”, il ciclo mestruale… sono tutte superstizioni prive di fondamento. I Tarocchi non sono soggetti a regole di calendario o a limitazioni imposte da vecchie credenze. La connessione che si stabilisce in una lettura dipende dalla presenza, dall’intento e dalla disponibilità del consultante. Non da un giorno della settimana.

5. “Bisogna tagliare sempre con la mano sinistra”

Questa pratica è legata a un’interpretazione esoterica antica secondo cui la “mano sinistra” rappresenterebbe il lato intuitivo o oscuro. Ma nella realtà delle letture, ciò che conta è la spontaneità e la sincerità del gesto. Se il cartomante si sente più a suo agio con la destra, o preferisce mischiare invece che tagliare, non succede nulla. È l’intenzione che guida, non il protocollo.

6. “Non bisogna tenere le gambe incrociate durante la lettura”

Un altro mito che suggerisce che le gambe incrociate “bloccano l’energia”. Ma ancora una volta, ciò che conta davvero è lo stato d’animo del consultante. Essere comodi, rilassati e presenti è molto più importante di qualsiasi postura specifica. La lettura dei Tarocchi non è un rito rigido: è uno spazio fluido e accogliente.


I Tarocchi non sono prigionieri di regole fisse o superstizioni: sono ponti simbolici tra il noi e l'oltre, e come tali vanno usati con rispetto, ma anche con libertà. Liberarti da questi falsi miti può rendere il tuo rapporto con gli Arcani molto più autentico e potente.

Vuoi approfondire il mondo spirituale dei Tarocchi, dei cristalli e dell’intuizione? Visita il nostro spazio sacro online:
👉 www.piumarosa.com

👉vuoi chiedere una lettura clicca qui

 

Back to blog

Leave a comment

Please note, comments need to be approved before they are published.